Le api svolgono un lavoro importantissimo per il nostro ecosistema. Sono state da sempre oggetto di curiosità da parte dell’uomo, sia per i loro prodotti che per la complessa struttura famigliare di questo insetto. Un arnia è un nucleo “abitativo” nel quale sono site circa 60.000 individui per un peso di circa 40 Kg. Nella nostra zona, complice lo straordinario microclima e la grande varietà delle fioriture, le api sono sempre state allevate prima in modo stanziario (arnia fissa in un luogo) e poi in modo nomade già da molto tempo (venivano spostate utilizzando le barche sul Po, tradizione ultracentenaria).
Questa pratica è fondamentale in quanto consente di inseguire le varie fioriture permettendo alle api di avere sempre fiori su cui bottinare. E’ fondamentale sia per quanto riguarda la quantità che la qualità del miele perché si può selezionare i luoghi più incontaminati e con un certo tipo di fioritura andando ad ottenere un miele monovarietale più puro. Ed è proprio il fatto di poter ottenere una vasta gamma di mieli monofloreali che distingue in modo netto la produzione del miele nel mondo.
Ad esempio in zone tropicali, dove le fioriture avvengono in modo indiscriminato tutto l’anno l’unico raccolto possibile sarà un millefiori. E ovviamente avremo un’ampia gamma di mieli monoflorali in zone e habitat ricchi di biodiversità, di cui l’Italia ne rappresenta un perno a livello mondiale.
Inoltre, con il nomadismo, entrano in gioco non solo le straordinarie doti delle api ma
anche quelle dell’apicoltore che ne deve si favorire il lavoro, virandolo nel frattempo verso l’idea di miele che più lo soddisfa.
Il risultato è quindi un miele che traduce in modo esemplare le diverse sfaccettature dell’a
mbiente e, perché no, dell’uomo.
Come si fa il miele
Una volta inserito il melario sull’arnia, ci vorrà circa 7-15 giorni prima che le api completino i telaini (generalmente 9) con il miele. Ogni telaio contiene circa 2/2.5 Kg di miele ricoperto da un opercolo di cera.
Appoggiato il telaino su un leggio, con un coltello (o forchetta) si procede alla disopercolatura del telaino “liberando” il miele all’interno. E’ una fase unica e piena di profumi e sentori. Successivamente i telaini vengono inseriti in una centrifuga che procederà all’estrazione meccanica del miele. E’ importante ricordare come in questa fase cosi’ come le successive non si utilizza alcun metodo che comporti l’utilizzo di calore per non alterare le proprietà fisico-chimiche del miele e quelle sensoriali.
Una volta estratto il miele viene lasciato in un tank a riposare per procedere all’estrazione delle ultime parti di cera al suo interno. Il miele, si separerà dalle ultime parti di cera che emergeranno in una schiuma di colore bianco. Eliminata, il nostro miele è pronto per essere invasettato, sempre con l’utilizzo di un impianto che non alteri la temperatura del prodotto, lavorando a bassa temperatura.