Produciamo il Miele di Tiglio portando seguendo con i nostri alveari la fioritura dei tigli (Tilia sp. ) particolarmente rigogliosi nelle Langhe e nel Roero.
Il nettare che viene raccolto dalle api sul tiglio è un nettare molto aromatico, che marca fortemente il miele.
Questo miele è normalmente cristalizzato. Il colore è chiaro, con tonalità giallo brillante. L’odore e l’aroma sono molto tipici: l’odore ricorda il profumo dei fiori solo nei mieli più puri e più freschi: più spesso la similitudine può essere fatta con l’infuso di fiori di tiglio. L’aroma, alla maggior parte delle persone, ricorda quello della menta, l’odore “di farmacia”, oppure il sapore delle noci fresche: è molto persistente. E’ un miele pastoso e ambrato.
Informazioni elementari
Nome prodotto: Miele di tiglio
Categoria: Miele
Peso netto: 100 g, 400 g.
Ingredienti: 100% miele Italiano
… un po’ di storia …
Per produrre il Miele Monoflorale adottiamo la pratica dell’ “Apicoltura Nomade”.
Innanzitutto è bene sapere che la raccolta delle api non supera il raggio di 2 o 3 km attorno all’alveare.
L’apicoltura nomade consiste nello spostare gli alveari da un posto all’altro in funzione della presenza di piante in fiore. Inoltre tali spostamenti consentono la produzione di mieli uniflorali permettendo una migliore offerta del prodotto finale.
Un tempo gli alvearo venivano caricati su appositi battelli che risalivano i fiumi verso le regioni dalle melate più favorevoli. Quando si raggiungeva una certa linea di galleggiamento, gli alveari erano pieni.
Oggi gli spostamenti degli alveari avvengono su strada: li si carica al calare della notte (quando tutte le api sono rientrate) e si scaricano all’alba.
Gli spostamenti sono spesso funzionali a variazioni di altitudine, e al procedere della stagione, cominciando dalle pianure e vallate precoci tra aprile e giugno, seguendo le fioriture più tardive di luglio e agosto, per finire con la raccolta delle melate d’abete, prima di tornare a svernare in pianura.
Questo metodo, che risulta avere dei costi molto alti di gestione, consiste nell’ “inseguire” la varie fioriture primaverili ed estive spostando letterealmente i favi con le famiglie delle api. Questo ci permette di scegliere i posti più sani e incontaminati con la maggior concentrazione di fiori …
…curiosità …
L’uomo utilizza il miele da circa 12.000 anni.
La piu’antica raffigurazione di raccolta del miele e’stata scoperta nel 1921 sulle pareti della grotta del ragno in spagna, risale al neolitico circa 5000 a.c.
Una colonia di api è costituita da un’unica ape regina, da molte (da 6.000 a 70.000) operaie (femmine sterili), da fuchi (maschi) e dalla covata (larve). Un alveare è composto da un’unica colonia o famiglia.
Le api esistono sulla terra da 4 milioni di anni con lo stesso aspetto attuale
Le api operaie hanno una vita media in estate di 6 settimane ed hanno principalmente il compito di approvvigionare l’alveare con il loro cibo preferito, mentre quelle nate alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno vivranno da 5 a 6 mesi e avranno un corpo più ricco di acidi grassi. Il loro lavoro sarà proteggere la regina, mantenere lo sciame nel glomere che passerà l’inverno ad una temperatura di circa 30 °C, e poi, dal mese di febbraio, preparare l’arrivo delle nuove generazioni.
Nell’antica Babilonia le coppie di sposi ricevevano come simbolo di fertilità un liquore al miele in quantità sufficiente per un mese (di qui, forse, il termine Luna di Miele).
Per produrre 1 Kg di Miele sono necessari ben oltre 50.000 voli di andata e ritorno dall’ arnia ai fiori, per un totale di 150.000 Km, volati per bottinare fiori che crescono per un raggio di 3 km circa dall’alveare.